30/01/2022

Direttiva Sup: tra bocciature e approvazione

La Commissione UE si pronuncia negativamente sull’interpretazione italiana della direttiva SUP

La commissione Europea ha trasmesso al Governo italiano un parere circostanziato (ovvero una procedura d'infrazione) per la Direttiva SUP riguardante alcune incongruenze tra il recepimento italiano e il testo originale.
La principale disuguaglianza riguarda la definizione di plastica monouso. Nel testo originale non è segnata nessuna soglia sulla quantità di plastica presente nel prodotto, mentre il recepimento italiano deroga i rivestimenti in plastica con peso inferiore al 10% rispetto a quello totale del prodotto, escludendo dal campo di applicazione prodotti che altrimenti rientrerebbero. La Commissione europea sostiene che la plastica biodegradabile sia riconosciuta come qualsiasi altra plastica, in quanto nell'articolo 5 della Direttiva non c'è alcuna eccezione per queste plastiche, ed inoltre, nella definizione di “plastica”, rientrano anche le plastiche biodegradabile a base organica.
In riferimento al punto sopradescritto, la commissione non concorda con l'ipotesi di un credito d'imposta del 20% per le aziende che promuovono l'utilizzo di materiali alternativi, in quanto la bioplastica non viene considerata un'alternativa valida alla plastica monouso.

Anche i riciclatori si esprimono contro la legge del recepimento italiano
Assorimap (associazione delle aziende italiane attive nel riciclo di materie plastiche), afferma che in Italia non è previsto nessun tipo di incentivo per il riciclo meccanico della plastica, trascurando così un settore che costituisce il fulcro dell'economia circolare. Ritengono infatti che n questo modo si tende a sviare dall'obiettivo strutturale della Direttiva. 
Secondo il regolamento europeo, il riciclo meccanico è il processo più sostenibile per il trattamento delle plastiche, che può essere maggiormente favorito con l'estensione delle previsioni di un contenuto minimo obbligatorio del 50% di plastica riciclata trattata post-consumo. 
Secondo Assorimap, il Governo non ha tenuto conto di questi aspetti, di conseguenza, ha manifestato una mancanza di visione strategica, rischiando così di esporre l'Italia a richiami. Inoltre, così facendo, difficilmente si riuscirà a raggiungere l'obiettivo dell'UE del 55% di riciclo effettivo di rifiuti di imballaggio entro il 2030.

Assobioplastiche è a favore dell'approccio italiano alla Direttiva
L'associazione della filiera italiana delle plastiche compostabili (Assobioplastiche) è d'accordo con l'obiettivo di ridurre i prodotti monouso in qualsiasi loro materiale, ma considera che sia impossibile eliminare in modo permanente i prodotti monouso, soprattutto quelli che entrano a contatto con gli alimenti. Si dichiara inoltre a favore dell'utilizzo dei manufatti biodegradabili e compostabili, recuperabili assieme agli alimenti con cui sono a contatto, per evitare così ai cittadini di doverli separare in fase di riciclo e raccolta. 
L'associazione si augura dunque che il Governo continui sulla strada già imboccata.

Pertanto, quello che il governo potrà fare a questo punto è, o modificare la legge già in vigore, creando così disagio alle aziende dei settori carta e bioplastiche, oppure non fare niente e pazientare l'esito della procedura d'infrazione che la commissione UE avanzerà al governo italiano.

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