Un approccio buono per l’ambiente e la società, il punto sul contesto italiano
Il concetto di economia circolare è da qualche anno entrato ufficialmente nelle vite delle industrie e dei consumatori e come dueO, in ambito packaging e risorse, abbiamo sempre promosso questo approccio e la circolarità con tutte le aziende e le persone con le quali siamo entrati in contatto negli anni.
Con “economia circolare” ci riferiamo ad un modello di produzione e consumo particolarmente attento alla riduzione dell'impatto ambientale.
L'obiettivo è quello di trasformare i materiali di scarto e i rifiuti in materie prime seconde, cioè input per nuove lavorazioni, preferibilmente nella stessa filiera o anche in diverse. In altre parole, una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti o ricondizionati con il riciclo affinché i prodotti e i materiali esistenti restino in vita il più a lungo possibile. In questo modo si possono continuamente riutilizzare all'interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.
A fronte di questo, all'interno dell'economia circolare ci si basa sulle 3R + 2:
• Ridurre
• Riciclare
• Riutilizzare
+
• Rinnovare
• Riprogettare
Nel nostro approccio e lavoro utilizziamo sempre anche le ultime due assieme alle prime tre, in quanto tutte sono fondamentali per evitare sprechi e perseguire i principi dell'economia circolare che contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”.
Sintetizzando, l'economia circolare tende a frenare l'utilizzo di nuove risorse al fine di rendere più sostenibili i modelli di produzione e quindi più tollerabili dall'ambiente e dalla società. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo.
Affinché ciò sia realizzabile è necessario soffermarsi sulla logistica di ritorno, la quale si occupa di “chiudere” la supply-chain recuperando i rifiuti e i materiali di scarto per riutilizzarli in nuovi processi produttivi.
A seconda dei processi produttivi verso i quali confluiranno le materie prime seconde, parliamo di strutture:
• open-loop nel caso in cui i materiali di scarto vengano utilizzati come input in una nuova filiera;
• closed-loop se il riciclo resta interno alla filiera originale. Quest'ultima struttura è da preferire in quanto ha come ultimo scopo la reintroduzione dei materiali originali nella stessa filiera di appartenenza e tutto ciò è maggiormente riconducibile all'economia circolare.
Nella direzione di questo tipo di economia, il settore dell'imballaggio, in questi ultimi 3 anni nello specifico, ha dimostrato per la maggiore di sapersi impegnare concretamente; sempre più si cominciano a vedere soluzioni innovative e interessanti.
Negli imballaggi c'è un trend che si dirige verso il monomateriale e per gli imballaggi flessibili il trend va in direzione di complessi multistrato monofilm, in modo da facilitarne il riciclo in quanto monomateriali e quindi con grandi proprietà di riciclo, praticità di utilizzo e velocità sulle linee di confezionamento. La plastica potrebbe vivere nuove opportunità grazie a caratteristiche di sostenibilità e riciclabilità finora impensabili.
Questo vale sicuramente per l'Europa e altre parti dell'occidente, le quali dimostrano una crescente sensibilità verso la sostenibilità del packaging. Purtroppo ci sono grandi paesi che non adottano simili caratteristiche e approcci, contribuendo così a creare un'immagine dell'imballaggio negativa rispetto alle attuali aspettative dei consumatori finali.
A fronte di quanto sta accadendo si vede quindi la concreta volontà di pensare e operare in modo diverso e questo porterà ad un effettivo miglioramento, anche se non si sa quanto la sua portata potrà essere in linea con le attese.
Per quanto riguarda l'Italia… siamo davvero tra i migliori d'Europa?
Nel mese di aprile è stato pubblicato il 4° rapporto sull'economia circolare in Italia, il quale ha evidenziato che rispetto ad altri paesi europei ce la stiamo cavando bene:
• abbiamo consumato 7,4 tonnellate pro capite di materiali a fronte di una media europea di 13 tonnellate;
• abbiamo ridotto l'uso di materie prime pro capite del 36% (Germania e Francia oscillano tra 16-17%);
• il nostro tasso di utilizzo circolare di materia (cioè il rapporto tra l'uso circolare di materia e l'uso complessivo) è pari al 21,6%, contro una media europea del 12,8%;
• inoltre l'Italia ha conosciuto negli anni un trend di crescita del tasso di utilizzo circolare di materia praticamente continuo, partendo dall'11,6% del 2011 arrivando al 21,6% del 2020.
La tematica dell'economia circolare è particolarmente cara a noi di dueO fin dalla nostra nascita: promuoviamo e improntiamo le consulenze e i progetti favorendo, nonché sviluppando, questa cultura e approccio, concentrando il nostro impegno sulla circolarità e sulle strategie di sostenibilità. Come dueO ci poniamo l'obiettivo di mettere a disposizione la nostra esperienza e conoscenza legata alla necessità di trasformarsi e rinnovarsi per supportare i nostri clienti nella riprogettazione di imballaggi sostenibili e nella creazione/ottimizzazione dei flussi di riciclo e riutilizzo.